Politica

Il fallimento dei voucher: dal contrasto al lavoro nero alla "precarizzazione"

Le polemiche stanno mettendo all'angolo il governo. Il ministro Orlando: "Serve una ragionamento su cosa funziona e cosa no dopo l'approvazione del Jobs Act". L'unica strada praticabile: "Circoscrivere l'uso di questi strumenti". Intanto i sindacati confederali ritrovano l'unità sul tema dei voucher: alle porte un'alleanza verso il referendum?

Il ministro del Lavoro Poletti (sx) e il premier Gentiloni

ROMA - Le polemiche sui voucher. Il possibile referendum. La tenuta del governo a rischio sul tema del lavoro. E' un fine 2016 decisamente caldo per il ministro Poletti e per l'intera squadra di Gentiloni. Per questo anche a Palazzo Chigi si sono ormai convinti della necessità di mettere mano a uno strumento che, come ha spiegato il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, in un'intervista a Rtl 102.5, "è nato per far emergere il lavoro in nero" e invece "rischia di essere uno strumento di precarizzazione, in contrasto tra l'altro con le misure contenute nel Jobs Act stesso".

UN PROGETTO DA CESTINARE - Così il nuovo anno potrebbe aprirsi con la necessità di ridiscutere una delle novità portanti della riforma del lavoro di Matteo Renzi. "Il tema dei voucher" è la posizione di Orlando "deve essere affrontato circoscrivendo l'utilizzo di questi strumenti". Come? Partendo dalle basi: "Dovremmo fare un ragionamento molto semplice: vediamo cosa funziona e cosa no dopo l'approvazione del Jobs Act e una prima applicazione di questo strumento".

I DATI - Nei primi 9 mesi dell'anno i voucher venduti sono stati 109,5 milioni, il 34,6% in più rispetto all'analogo periodo dell'anno precedente. E' quanto rileva la prima nota trimestrale congiunta sulle tendenze dell'occupazione pubblicata contemporaneamente sui siti istituzionali di Istat, ministero del Lavoro, Inps e Inail come stabilito da un accordo tra le parti il 22 dicembre 2015. I voucher riscossi per attività svolte nel 2015 (quasi 88 milioni) corrispondono a circa 47mila lavoratori annui full-time e rappresentano solo lo 0,23% del totale del costo lavoro in Italia. Il numero mediano di voucher riscossi dal singolo lavoratore che ne ha usufruito è 29 nell'anno 2015: ciò significa che il 50% dei prestatori di lavoro accessorio ha riscosso voucher per (al massimo) 217,50 euro netti.

CGIL: "I VOUCHER SONO UN DRAMMA" - Duro il commento di Tania Scacchetti, segretario confederale della Cgil, in seguito alla diffusione della nota trimestrale congiunta sulle tendenze dell'occupazione nel III trimestre 2016: "Una lettura attenta dei dati sull'andamento dell'occupazione ci allontana dai commenti prevalentemente positivi che si rincorrono: sono molti i fattori di preoccupazione da evidenziare, dal calo della crescita dei posti di lavoro alla prevalenza dei contratti precari, passando per la conferma dell'esplosione dei voucher e per l`altissima percentuale di disoccupati, soprattutto giovani". Innanzitutto"la crescita dell'occupazione è in calo nella seconda parte del 2016, dato che dimostra che anche l'aumento dei cosiddetti contratti stabili è stato prevalentemente effetto degli sgravi contributivi del 2015, diminuiti quest'anno". 

Inoltre gran parte della nuova occupazione è fatta di contratti precari: quando va bene tempi determinati o lavoro interinale, quando va male voucher, un vero e proprio dramma. Chi continua a considerarli un fenomeno marginale dovrebbe a conoscere le storie di chi, sfruttato, vede nei buoni lavoro, spesso accompagnati da tanto lavoro nero, l'unica prospettiva di reddito.

SINDACATI UNITI CONTRO IL JOBS ACT? - E' ancora presto per dirlo, ma le ultime prese di posizione di alcune categorie della Uil e della Cisl potrebbero dar vita a un asse trasversale, a livello sindacale, per contrastare i voucher. Un asse che potrebbe vedere i tre sindacati confederali uniti verso il referendum voluto dalla Cgil per abrogare questi strumenti. E' di queste ore, infatti, la dichiarazione di Claudio Chiarle, segretario torinese della Fim Cisl, che in queste ore ha confessato che voterebbe "sì" al referendum "e diremo nostri iscritti di votare per abolire il Jobs Act, voucher in primis". Da qui l'auspicio che "il governo lavori non solo per rivedere i voucher che hanno 'deformato' il mondo del lavoro, ma modifichi anche le storture peggiori del Jobs act a partire dai licenziamenti individuali che dal 2017 rischiano di sostituire le procedure di licenziamento collettivo tramite accordo sindacale".

C'E' ANCHE LA CISL - Dello stesso tono anche Vito Panzirella, segretario generale FenealUil: "Finalmente non siamo gli unici a sostenerlo: i voucher vanno aboliti in edilizia senza se e senza ma". E non basta nemmeno l'idea della tracciabilità dei voucher: "Non è una soluzione o almeno non lo è per il nostro settore dove la loro introduzione ha finito soltanto per favorire illegalità, avvantaggiare il lavoro irregolare e insicuro, alimentare precarietà, sfruttamento e caporalato. La tracciabilità - aggiunge - non permette di individuare una serie di abusi che vengono fatti proprio ricorrendo al loro utilizzo al posto del lavoro dipendente e questo non è possibile per un tipo di lavoro, come quello edile, per il quale è necessario avere non solo copertura assicurativa e previdenziale ma una specifica formazione alla sicurezza che solo il contratto di settore assicura". L'unica strada, quindi, sarebbe quella di recuperare la funzione originaria con cui i voucher sono nati, limitando il loro utilizzo solo ai lavori occasionali, "solo così - conclude - i voucher torneranno ad essere uno strumento per contrastare il lavoro nero e far emergere le irregolarità e non, invece, un`ulteriore escamotage per eludere controlli, sfruttare il lavoratori e danneggiare ancora di più un settore che ha già pagato un conto salatissimo alla crisi".


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