Rassegna

L'appello degli scienziati al premier: "Servono 15 miliardi in 5 anni per la ricerca"

La lettera aperta di 15 personalità del mondo della ricerca che chiedono al governo di incrementare lo stanziamento per il settore con "un miliardo di euro/anno per cinque anni a valere dal Recovery Fund"

"Affrontare un virus sconosciuto richiede un alto contenuto di ricerca fondamentale in numerosi campi: microbiologia, fisiologia, caratterizzazione di nuove molecole, biotecnologie, nanotecnologie, intelligenza artificiale, calcolo di alta intensità, piattaforme per acquisire e distribuire i dati epidemiologici e biomedici, scienze sociali". Per questo un gruppo di scienziati ha lanciato un appello dalle pagine del Corriere della Sera rivolto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte per chiedere più fondi per la ricerca pubblica nel nostro Paese: un maggiore investimento consentirebbe di adeguarla a quella dei paesi vicini e permetterebbe al Paese di partecipare in modo competitivo alla ripresa economica e sociale dell'Europa.

"Gli esiti di una prova così impegnativa e articolata" come quella rappresentata dalla lotta contro il coronavirus, sottolineano gli scienziati, "implicano anche un grande potenziale di ricaduta industriale. Successivamente alla fase più acuta dell’emergenza, la ricerca di base rappresenterà una componente essenziale perla ripresa e per affrontare le sfide del futuro, quali i cambiamenti climatici, lo sviluppo di energie alternative, le future possibili pandemie".

In Italia la ricerca è "cronicamente sottofinanziata"

Nel loro appello, gli scienziati ricordano come la ricerca pubblica in Italia sia "cronicamente sottofinanziata", con "cifre che non reggono con il confronto" con paesi nostri vicini come Francia e Germania.

"Mantenere le cifre attuali, quando tutti gli altri Paesi hanno già potenziato la ricerca di base come leva della ripresa o si apprestano a farlo, significherebbe marginalizzare definitivamente il nostro Paese, accelerando in modo catastrofico la fuga dei giovani più qualificati e il declino di interi settori ad alta intensità tecnologica. Il Recovery Fund messo a disposizione dalla Unione Europea fornisce un’occasione unica, sostanzialmente irripetibile per invertire questa tendenza e scongiurare simili scenari"

La richiesta al governo è quindi di "incrementare lo stanziamento per la ricerca pubblica di un miliardo di euro/anno per cinque anni a valere sul Recovery Fund, corrispondenteaun investimento globale di circa 15 miliardi nel quinquennio".

Un aumento che dovrebbe realizzarsi lungo tre linee critiche: "finanziamento di bandi competitivi per progetti di ricerca, assegnati dal Mur in tutte le discipline, svolti con procedure aperte, trasparenti, basate sulle migliori linee guida internazionali e aperti al trasferimento tecnologico; la mappatura, il potenziamento e l’apertura sistematica ai ricercatori di tutto il Paese delle grandi infrastrutture di ricerca; ultimo, ma non per importanza, l’incremento e la valorizzazione del capitale umano secondo un piano strategico di concorsi con una programmazione certa, distribuiti nel quinquennio, basati sul merito e affidati a Università ed enti di Ricerca".


Si parla di