Baby squillo, lo scandalo si allarga: dal sud a Roma per incontri a luci rosse
I periti nominati dalla procura di Roma hanno trovato materiale che scotta: indirizzi di ragazzine pronte a raggiungere Roma da città del Sud per incontri a sfondo sessuale
Grazia Longo sulla Stampa racconta che l’inchiesta sulle due baby squillo che ha portato all’arresto di 6 persone - tra cui la madre della quattordicenne - si sta allargando ad altre adolescenti di altre città del Sud Italia.
Tutto parte dall'analisi puntigliosa del contenuto del computer del commercialista Riccardo Sbarra, romano, 35 anni.
E' in carcere a Regina Coeli, accusato di detenzione e produzione di materiale pedopornografico. Aveva provato a disfarsi del computer per cancellare le tracce, senza riuscirci.
I periti nominati dalla procura di Roma hanno trovato materiale che scotta: indirizzi di ragazzine pronte a raggiungere Roma da città del Sud per incontri a sfondo sessuale.
Il sospetto è proprio questo: ragazzine del Sud contattate su internet o grazie alla mediazione di baby protettori per incontri e video a luci rosse.
Scrive la Stampa:
Già nell’ordinanza del gip Maddalena Cipriani, del resto, si legge che «nel corso delle indagini tecniche svolte, l’indagato ha interrotto i rapporti con le baby squillo dei Parioli, ma ha dimostrato il perdurante interesse a incontri sessuali con minorenni e all’acquisizione di materiale pedopornografico verosimilmente tramite adescamento di adolescenti remunerati con accrediti di denaro effettuati su PostaPay».
E poi ci sono le intercettazioni telefoniche.
In un sms un ragazzo, ingaggiato per reclutare «lolitine che piacciono tanto a papy» reclama il mancato pagamento per il servizio svolto. Rimprovera quindi al commercialista: «Ti sei preso tutte le foto, tutti i miei dati... mica mi prendi in giro? Poiché vai a mangiare all’Hilton, quindi sei ricco, mi faresti almeno una ricarica?». La risposta: «Cucciolo non ti prendo in giro e poi hai amichette giovani mmm...».