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''Fino al mese scorso assumevano'': chiude il colosso dei trattori, 300 lavoratori a rischio

I dipendenti della Cnh di Pregnana, in provincia di Milano, hanno scioperato davanti ai cancelli dello stabilimento per protestare contro la decisione dell'azienda di chiudere il sito produttivo

La protesta dei lavoratori della Cnh di Pregnana (Foto da MilanoToday)

Sciopero e protesta per i lavoratori dello stabilimento di Pregnana della Cnh, colosso italoamericano che produce macchinari agricoli e mezzi pesanti. Nella mattina di mercoledì 2 ottobre i dipendenti hanno incrociato le braccia per due ore davanti ai cancelli di via Vanzago. Il motivo? L'improvvisa protesta è arrivata dopo che l'azienda ha manifestato l'intenzione di chiudere il sito produttivo di Pregnana Milanese, mettendo a rischio il futuro occupazionale di almeno 300 lavoratori

Perché chiude la Cnh di Pregnana

Come racconta Alessandro Gemme su MilanoToday, la decisione di chiudere lo stabilimento di Pregnana è arrivata dopo la presentazione a New York del piano industriale "Transform 2 win": business-plan in cui è prevista la riorganizzazione del gruppo Cnh Industrial che ha diviso i business dei veicoli commerciali Iveco e dei motori Ftp dalle divisioni delle macchine agricole e costruzioni. Un piano che avrebbe tre obiettivi: "aumentare in 5 anni il fatturato ad un tasso del 5% annuo; aumentare il margine Ebit all'8% del 2022 e del 10% nel 2024; aumento del rendimento delle attività industriali al 20%", ha affermato in una nota Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile del settore automotive.

La chiusura dello stabilimento di Pregnana, nello specifico, è trapelata durante un incontro a Torino tra azienda e sindacati che si è svolto nella giornata di martedì 1° ottobre. La multinazionale, stando a quanto riferito dai sindacati, è intenzionata a cessare le attività nel sito dell'hinterland Nord-Ovest di Milano a partire dal 2020 per spostarla a Torino mentre la logistica seguirà lo stesso destino ma dopo un anno: nel 2021.

La produzione spostata a Torino

"Vogliono spostare la produzione ma per il momento non sappiamo che fine faranno gli operai — ha dichiarato la segretaria di Fiom Milano Roberta Turi —. Il nostro obiettivo è quello di non far chiudere lo stabilimento e assicurare un futuro ai lavoratori, per questo ci stiamo muovendo in tutti le direzioni".

Parti sociali e proprietà si incontreranno a Torino martedì 8 ottobre. Ma l'obiettivo dei sindacati è portare il negoziato al ministero dello sviluppo economico, anche se per il momento non è stato fissato nessun tavolo.

Dal canto loro gli operai sono stati chiari con i sindacati: "Tutte le decisioni devono essere prese dai lavoratori, non dovete accettare nessun compromesso con l'azienda", hanno dichiarato in modo perentorio.


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