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Covid positivo va al bar, in oltre 10mila a rischio contagio: tutti i rischi della ripartenza

Un focolaio di coronavirus scoppiato a Seoul indica i rischi dell'imprudenza nel prossimo futuro e l'importanza del senso civico. Circa 8.500 persone si sono presentate per il test volontariamente, meno di 2mila sono state individuate dai sistemi di tracciamento

Persone in attesa di essere sottoposte al tampone per covid 19 dopo la scoperta del focolaio a Seoul, FOTO EPA

La Corea del Sud è impegnata in una lotta contro il tempo per contenere il nuovo focolaio d'infezione COVID-19 che si è sviluppato nell'ambiente dei club e dei bar del popolare quartiere Itaewon di Seoul, dopo che un giovane già rilevato positivo ha pensato di recarsi in cinque di queste strutture a passare una nottata.

Il caso di questi giorni ha contribuito a far rialzare il livello d'attenzione in un paese che, pur essendo partito con una situazione grave rispetto ai contagi da nuovo coronavirus, se l'è cavata piuttosto bene grazie alla sua cura nell'organizzazione, al senso civico dei suoi cittadini, a una diagnostica mirata sui cluster e a un sistema di individuazione dei contatti dei positivi non scevro da criticità, ma comunque efficace.

Una volta che si è capito quanto accaduto a Seoul, l'oleato meccanismo di individuazione dei potenziali contatti si è messo in moto, in maniera da poter effettuare test diagnostici su questo cluster e isolare i positivi. Secondo quanto hanno reso noto i Centri coreani di controllo e prevenzione delle malattie, a oggi, sono stati individuati 102 casi di contagio collegati ai club di Itaewon.

Il 29enne ha commesso la grave imprudenza di recarsi nei locali nella notte tra il primo e il 2 maggio. Circa 8.500 persone hanno volontariamente segnalato la loro presenza o visitato i centri diagnostici. Poco meno di 2mila, invece, sono stati individuati attraverso le procedure di tracciamento sudcoreane: il controllo attraverso GPS dei telefoni cellulari, le transazioni di carte di credito e, ove possibile, il riconoscimento facciale attraverso le videocamere di sorveglianza. C'è tuttavia un certo numero di persone ancora da individuare.

Come riporta l'associated press i locali visitati dall’uomo erano tra i più popolari gay club di Seul, ed è possibile che molti clienti avessero lasciato informazioni false all’entrata, per evitare di essere individuati.

Come la Corea del Sud combatte il coronavirus

Ora tutte le persone individuate verranno sottosposte a test per il coronavirus: coloro che risultano positivi entrano in quarantena in strutture residenziali se sono asintomatici, o in ospedali dedicati se presentano sintomi. A ieri erano state testate oltre 10mila persone collegate al cluster. Da inizio epidemia, i test effettuati in Corea del Sud sono poco meno di 670mila.

Le autorità hanno anche deciso di chiudere i bar e i locali di questa tipologia a Seoul e in altre città. Nel paese non c'è un lockdown ma specifici provvedimenti amministrativi possono chiudere strutture a rischio. Prima di questo inaspettato, nuovo focolaio, il paese per alcuni giorni aveva goduto anche di contagi zero.


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