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Coronavirus, gli esperti: "Virus di origine naturale, radici risalenti a 140 anni fa"

Un articolo pubblicato sulla rivista Nature ricostruisce l'albero genealogico del virus, smentendo tutte le voci sulla possibile nascita in laboratorio

Foto di repertorio

Il dibattito sulle origini del Sars-CoV-2, il nuovo coronavirus che ha colpito il mondo intero, divide politica e utenti, con alcune teorie che parlano di un virus nato in laboratorio. Una tesi su cui invece gli scienziati non hanno alcun dubbio: l'origine di questo coronavirus è naturale, i dati genetici suggeriscono che questo microrganismo si sia 'nascosto' per decenni in natura. 

A sottolinearlo è 'Nature', che in un corposo articolo sul suo sito ricostruisce l'albero genealogico del virus, andando indietro nel tempo fino a 140 anni fa. Il nuovo coronavirus "condivide il 96% del suo materiale genetico con un virus trovato in una grotta nello Yunnan, in Cina, abitata dai pipistrelli. Ma c'è una differenza cruciale: il virus del pipistrello dello Yunnan non sembra infettare le persone", scrive Nature. 

Studi pubblicati negli ultimi mesi, che devono ancora essere sottoposti a revisione, suggeriscono che Sars-CoV-2 - o un antenato molto simile - si sia nascosto negli animali per decenni, 'affinando' le sue abilità. Secondo una ricerca, il lignaggio del coronavirus che ha portato a Sars-CoV-2 si è separato più di 140 anni fa da quello strettamente correlato visto oggi nei pangolini (sospettati per un certo periodo di essere l'ospite intermedio di Sars-Cov-2, ndr). Quindi, negli ultimi 40-70 anni, gli antenati di Sars-CoV-2 si sarebbero separati dalla versione dei pipistrelli. Citando numerosi studi, la rivista indaga sulle varie caratteristiche che avrebbero permesso al virus di Covid-19 di infettare così efficacemente le cellule umane. 

Questi risultati suggeriscono "una lunga storia familiare, con molti rami" dell'albero genealogico del coronavirus localizzati nei pipistrelli e possibilmente nei pangolini, e alcuni 'cugini' che potrebbero avere capacità simili di causare una pandemia, come afferma Rasmus Nielsen, biologo evoluzionista all'Università della California a Berkeley, coautore di uno di questi lavori. "E' necessario un costante monitoraggio e una maggiore vigilanza rispetto all'emergenza di nuovi ceppi virali di origine zoonotica", afferma Nielsen.


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