Rassegna

Odissea da Berlino a Bologna: "Incinta e con una bimba, ho cambiato 5 treni e attraversato a piedi la frontiera"

Dopo la riapertura delle frontiere, Susanna si è messa in viaggio con il marito e la figlia di due anni per tornare dai suoi a Bologna. "Un viaggio della speranza durato 19 ore con treni disponibili sulla app ma di fatto inesistenti"

Il marito di Susanna al confine con l'Italia: sulle sue spalle si intravede la loro bambina (foto BolognaToday)

Diciannove ore per tornare da Berlino a Bologna, passando addirittura il confine con l'Austria a piedi. È l'avventura vissuta da Susanna, 31enne bolognese mamma di una bimba di due e in attesa del secondo figlio, insieme al marito. Entrambi residenti a Berlino, dove lavorano, hanno deciso dopo la riapertura dei confini lo scorso 3 giugno di ritornare in Italia, come racconta Susanna a BolognaToday. Da lì è iniziato un vero e proprio percorso ad ostacoli.

"Viviamo a Berlino, ma in Germania non abbiamo aiuti di nessun tipo e con gli asili chiusi e l'intenso lavoro in smartworking che occupava entrambi tutto il giorno è stata davvero dura - spiega Susanna - così abbiamo deciso che appena sarebbe stato possibile ci saremmo spostati a Bologna, mia città di origine, dove vivono i miei genitori, non per una vacanza, ma per riacquistare un po' di energie".

Dopo la partenza alle sei del mattino da una piccola stazione nei dintorni di Essen, l'arrivo alla stazione di Monaco, per prendere il treno prenotato online. "Sapevo che potevano esserci dei rischi di cancellazione dei treni, ma vedendoli acquistabili anche sulla app della compagnia ferroviaria di bandiera, mi sono diretta con la mia famiglia in stazione. Arrivati a Monaco dopo qualche ora, intorno alle 13, ecco l'amara e inattesa scoperta: il nostro convoglio diretto per Bologna non esisteva nonostante i ticket risultassero ancora acquistabili. Una cosa assurda. Allo sportello c'erano molti altri italiani bloccati a Monaco e la signora del centro clienti ha detto che non eravamo affatto gli unici a dover essere rimandati indietro. Abbiamo pensato di attraversare l'Austria e vagliare un itinerario diverso, mentre tutti ci consigliavano di tornare a casa".

"Abbiamo preso la decisione di non mollare e tentare la strada del Brennero, con il passaggio attraverso l'Austria e l'arrivo a Bolzano. Abbiamo pensato che avremmo potuto dormire li arrivando tardi la sera e partire poi per Bologna la mattina dopo. L'azienda austriaca dava poi però solo treni per il Brennero e mentre siamo saliti a bordo di uno di questi, mio padre si è messo in macchina verso il confine per venirci a prendere. Così, dopo 5 treni, dei bus e un tratto a piedi per superare il confine (nessun mezzo lo poteva fare), ecco che siamo montati in auto diretti verso Bologna. Davvero un'avventura".

Susanna ora è di nuovo ricongiunta con la propria famiglia. Lei, il marito e la figlia resteranno a Bologna fino alla fine dell'estate, finché i datori di lavoro permetteranno loro di continuare lavorare in smart working. "La prospettiva di un'intera estate in famiglia in questa splendida città è stato ciò che ci ha spinto ad andare avanti nel nostro viaggio", dice Susanna, al termine di questa avventura iniziata male ma finita bene, anche se è rimasto l'amaro in bocca. "Nell'era dell'informazione non ci saremmo mai aspettati da un'azienda come la compagnia ferroviaria tedesca di non essere in grado di comunicare ai propri viaggiatori un tale disservizio. E inoltre di non poter fornire una soluzione alternativa. Specialmente considerando che al momento il numero di viaggiatori è molto più ridotto del solito. Siamo delusi e arrabbiati, anche per come siamo stati trattati dal servizio clienti. Ci è stato detto che avremmo dovuto telefonare qualche giorno prima e chiedere se il treno prenotato fosse stato cancellato o meno, cercando di rigirare la colpa a noi".


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