Rassegna

David Blaine sorvola l'Arizona sollevato da decine di palloncini

L'illusionista americano ha raggiunto quasi i 7mila metri come nel film "Up", ma per tornare a terra ha usato il paracadute

Incredibile impresa, quella dell'llusionista David Blaine che aggrappato a 52 palloni pieni di elio, ha sorvolato raggiungendo circa i 7mila metri di altitudine, il deserto dell'Arizona. Il già noto alle cronache illusionista statunitense di 47 anni, ha voluto ricreare l'epico e indimenticabile volo del film della Pixar, "Up".

Come nel film

Impossibile infatti, guardando le immagini della sua acrobazia, nominata "Ascension", non ricordare la casa del vecchio Carl, protagonista della pellicola, trascinata via da tanti palloni colorati per raggiungere il Sud America, realizzando così il sogno della sua vita.

La straordinaria acrobazia è avvenuta mercoledì 2 settembre: Blaine ha indossato un'imbragatura, a sua volta era stretta al grappolo di 52 palloni gonfiati ad elio. Per tornare a terra, ha utilizzato il paracadute, seguito attentamente dal suo staff.

Volo a caduta libera 

Ma prima si è lanciato in un volo a caduta libera per diversi metri, lasciando senza fiato il pubblico presente. L'atterraggio si è svolto senza problemi e immediatamente David ha telefonato alla figlia per dirgli che stava bene e che l'impresa era riuscita alla perfezione. Blaine, definito dal New York Times Il nuovo Houdini, è già noto per le sue imprese stravaganti e spericolate. 

Le imprese del nuovo Houdini

Nel 2006 rimase per sette giorni in una sfera piena d’acqua fuori dal Lincoln Center, nella Grande Mela. E poi nel 2003, il mago digiunò a Londra, in pubblico, per 44 giorni dentro una scatola trasparente sospesa a 10 metri dal suolo mentre nel 2009, si fece calare in un parallelepipedo di 8 tonnellate di  ghiaccio per rimanerci 64 ore. 

Con Ascension, sul deserto dell'Arizona ha raggiunto un altro dei suoi grandi obiettivi. E i rischi non mancavano nemmeno in questo caso: il più grosso era quello di incorrere nell'ipossia, cioè, salendo in alto, a causa dell'aria sempre più rarefatta, la mancanza di ossigeno al cervello.


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