Rassegna

La Maddalena "inquinata e non bonificata per il G8": indagato Bertolaso

La notizia in esclusiva su La Nuova Sardegna. Chiusa l'inchiesta della procura di Tempio a carico di 17 indagati. Le accuse: falso in attu pubblici, truffa ai danni dello Stato, inquinamento ambientale

Ci sono due pezzi "da novanta" tra i 17 indagati dalla Procura di Tempio per i lavori di bonifica, mai realizzati, a La Maddalena per il G8 del 2009 (poi trasferito a L'Aquila). Si tratta di Guido Bertolso e Angelo Balducci.

Pesanti i reati contestati: falso in atti pubblici, truffa ai danni dello Stato, inquinamento ambientale.

La notizia è stata riportata in prima pagina su La Nuova Sardegna e riguarda la chiusura dell'inchiesta della Procura di Tempio Pausania sulle mancate bonifiche dell'area marina davanti all'ex arsenale militare.

Gli altri indagati per il lotto numero 7, quello che prevedeva la bonifica di uno specchio di mare ampio 60mila metri e costato oltre sette milioni di euro - secondo quanto riferisce il quotidiano sardo - sono l'ex capo della struttura di missione per il G8 Mauro Della Giovanpaola, il direttore dei lavori Luigi Minenza, l'ingegnere e direttore operativo Riccardo Micciché, il responsabile unico del procedimento Ferdinando Fonti, i due dirigenti della Cidonio Spa, Marco Rinaldi e Matteo Canu, il provveditore per le opere pubbliche, Patrizio Cuccioletta.

E ancora: la componente (con il collega Andrea Giuseppe Ferro) della commissione di collaudo Valeria Olivieri e il segretario della commissione, Luciano Saltari, il provveditore ai lavori pubblici per la Toscana Fabio De Santis, il sismologo già condannato per il terremoto in Abruzzo Gian Michele Calvi, il responsabile nazionale dell'Ispra Damiano Scarcella e Gianfranco Mascazzini, direttore generale della qualità della vita del ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare.

Stando alle indagini portate avanti per oltre due anni dai carabinieri del Noe di Sassari, Guardia costiera e Arpa Sardegna, con la consulenza di un pool di esperti in inquinamento ambientale, i 17 indagati non avrebbero riqualificato l'area anzi avrebbero ampliato l'inquinamento in aree sino ad allora pulite, come ad esempio con la distruzione del ''molo Carbone'', che ha visto la demolizione del manufatto, i cui detriti sono stati lasciati sul fondo del mare.


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