Rassegna

Marchionne, "non è stato un tumore la causa della morte"

I motivi del decesso sarebbero da ricondurre ad un doppio arresto cardiaco, il primo sopraggiunto dopo l'operazione alla spalla

Sergio Marchionne

Sergio Marchionne, 66 anni compiuti a giugno, è morto oggi all'ospedale universitario di Zurigo dove era stato ricoverato il 27 giugno per un intervento alla spalla destra. Negli ultimi giorni si sono rincorse varie voci sulle reali condizioni del manager e sui motivi del peggioramento repentino del suo stato di salute.

Si è parlato di un tumore ai polmoni, indiscrezione che il legale e amico Franzo Grande Stevens sembrava confermare in una lettera al Corriere della Sera. "Da Zurigo ebbi la conferma che i suoi polmoni erano stati aggrediti e capii che era vicino alla fine", aveva scritto l’avvocato e presidente onorario della Juventus, sottolineando poi l’incapacità del manager "di sottrarsi al fumo continuo delle sigarette".

Marchionne,  la morte causata da un doppio arresto cardiaco

Ma secondo quanto riferisce oggi La Stampa, Marchionne non sarebbe morto di tumore, bensì  per cause naturali. A stroncarlo un doppio arresto cardiaco. L’operazione alla spalla - scrive il quotidiano torinese - doveva concludersi con una breve convalescenza, ma sono sopraggiunte complicazioni inattese, come del resto confermato nella nota diffusa nei giorni scorsi da Fca. Dopo un primo arresto cardiaco, Marchionne è stato trasferito in rianimazione e tenuto in vita grazie alle macchine. Il secondo arresto cardiocircolatorio gli è stato fatale.

"Colpito da un sarcoma alla spalla"

Secondo Lettera 43 all'ex amministratore delegato di Fca era stato diagnosticato tempo addietro un sarcoma alla spalla, un tumore maligno piuttosto invasivo. "Nell'occasione gli erano stati addirittura manifestati alcuni dubbi sull’efficacia dell’operazione, ritenuta ad alto rischio" scrive Paolo Madron, direttore della testata, spiegando che Marchionne presentava un quadro clinico già "debilitato da un cronico problema alla tiroide per cui prendeva quotidianamente dei farmaci". Dopo l'intervento il manager sarebbe stato colpito da embolia cerebrale, per poi precipitare in coma profondo.

Il cordoglio di John Elkann

"E’ accaduto, purtroppo, quello che temevamo. Sergio, l’uomo e l’amico, se n’è andato". Così il presidente di Fca, John Elkann, ha commentato la morte di Sergio Marchionne.

"Penso che il miglior modo per onorare la sua memoria sia far tesoro dell’esempio che ci ha lasciato, coltivare quei valori di umanità, responsabilità e apertura mentale di cui è sempre stato il più convinto promotore – ha aggiunto Elkann - Io e la mia famiglia gli saremo per sempre riconoscenti per quello che ha fatto e siamo vicini a Manuela e ai figli Alessio e Tyler".

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