Rassegna

Pensioni, quasi un milione di persone in piazza contro la riforma "a punti"

Uno sciopero che abbraccia tutto il paese mette in ginocchio la Francia: anche i gilet gialli in piazza contro la riforma delle pensioni voluta dal presidente Macron

contri in Francia per la riforma delle pensioni. Un momento degli scontri a Parigi, foto ANSA YOAN VALAT

Insegnanti, vigili del fuoco, ferrovieri, funzionari pubblici: oltre 800mila persone sono scese per le strade di Parigi. Oggi è il turno dei gilet gialli che tornano a sfilare davanti al Ministero dell'Economia di Parigi per il 56esimo atto del movimento.

Una mobilitazione, quella sulla riforma sociale e in particolare sulle pensioni, che si trascina da mesi nel tentativo di far piegare il governo e che promette un weekend terribile per i trasporti nella capitale francese.

Il gestore delle ferrovie Sncf ha avvertito che le interruzioni arriveranno allo stesso livello degli ultimi due giorni, con appena il 10-15% dei treni ad alta velocità e regionali circolanti. La metro di Parigi ha nove linee totalmente ferme, cinque parzialmente operative, mentre solo le linee automatiche 1 e 14 funzionano normalmente. Cancellazioni sono previste anche sui treni internazionali Eurostar e Thalys.

Ieri sono stati registrati 600 chilometri di code lungo le strade attorno alla capitale francese. I sindacati della Ratp, le ferrovie regionali, hanno annunciato che lo sciopero potrebbe andare avanti sino a lunedì.

Pensioni, che cosa cambia in Francia

Il sistema pensionistico francese è di tipo retributivo e si va in pensione a partire dai 62 anni. Tuttavia per la pensione piena è necessario lavorare fino ai 67 anni.

La riforma prevede la rimozione di alcuni regimi speciali che consentono trattamenti più generosi e finestre di ritiro anticipate ad alcune categorie come ad esempio i ferrovieri. Inoltre verrebbe introdotto un sistema a punti che incentivi i lavoratori a lavorare più a lungo per ottenere un assegno più ricco, fino ad arrivare al 55% in più per chi decide di andare in pensione a 75 anni.

Secondo i sindacati sarebbe un sistema incoraggerebbe di "lavoro perpetuo" accentrando il ruolo decisionale del governo. Insomma, molto meno che con la legge Fornero.


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