Rassegna

La storia del rabbino che conosceva i segreti della Coca-Cola

La storia del rabbino Tobias Geffen raccontata in un libro

La leggenda vuole che in azienda solo due manager alla volta, e ciascuno solo per metà, siano ammessi a conoscerne l’esatta formula, custodita nel caveau d’una banca. La storia dice che ci fu una sola persona al di fuori della fabbrica, uno che non c’entrava nulla con la bibita più venduta del mondo, a sapere come la si fabbrica. Si chiamava Tobias Geffen (1870-1970), era un ebreo lituano di Kovno che giovanissimo era emigrato in Georgia e che negli anni Trenta faceva il rabbino proprio ad Atlanta, "Coke City"

Tra la curiosità e la spy story industriale, il Corriere.it dedica oggi un articolo al rabbino che era a conoscenza della formula "magica" della più nota tra le bevende di tutto il mondo, la Coca-Cola.

Un giorno, qualcuno in sinagoga gli pose la domanda: ma siamo sicuri che questa Coca, che tutti bevono, sia fatta come la Legge ebraica comanda? La questione cominciò ad assillarlo: e se quelle bollicine non fossero kosher? Bisognava scoprirlo: il rabbino ne fece una missione, bussò all’azienda e alla fine a lui, a lui solo e in via eccezionale, dietro promessa di non rivelare nulla a nessuno, fu mostrata la Formula Proibita. «E’ kosher!», fu il responso finale di Tobias. Che per quarant’anni, fino alla tomba, portò con sé il segreto

La storia del rabbino è oggi raccontata in una biografia scritta da Ruth Adler, lontana pronipote. Nel libro si leggono i dubbi, i tormenti d’un uomo religioso che scambiava pareri coi rabbini di Memphis o di Chicago. Ma anche la tenace riservatezza sui segreti ai quali aveva avuto accesso.

Fedele al patto stretto nella fabbrica, il rabbino Tobias chiuse i suoi diari a chiave e i suoi ricordi nel silenzio. Più volte fu avvicinato da società rivali della Coca-Cola, ma inutilmente


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