Teresa e Trifone, è stata un'esecuzione militare: "Tecnica per uccidere in pochi secondi"
E' forte il sospetto, scrive il Gazzettino, che a uccidere sia stato un killer professionista. Non viene affatto esclusa persino l'ipotesi di un'esecuzione di stampo militare, attribuibile a una persona addestrata per uccidere
L'omicidio di Teresa Costanza e Trifone Ragone è avvolto ancor'oggi nel più fitto mistero. Un agguato rapidissimo e feroce nel parcheggio del palasport di Pordenone che resta inspiegabile. I fatti risalgono al 17 marzo quando l’assassino ha sparato cinque colpi di pistola contro i due giovani.
Le caratteristiche dell'arma confermano la freddezza del killer: il delitto è stato commesso con una pistola semiautomatica.
E' forte quindi il sospetto, scrive il Gazzettino, che a uccidere sia stato un killer professionista. Non viene affatto esclusa persino l'ipotesi di un'esecuzione di stampo militare, attribuibile a una persona addestrata per uccidere.
Trifone Ragone non ha avuto tempo di reagire, il killer ha esploso sei colpi in rapida successione.
La trasmissione "Segreti e delitti" ha parlato per questo caso di una tecnica militare, diffusa tra marines e corpi speciali, che insegna a uccidere in pochi secondi e in spazi angusti.
E si è vagamente accennato a un'altra storia violenta che si intreccia con il delitto dei fidanzati di Pordenone: riguarderebbe un giovane ingaggiato per missioni sotto copertura. Si è poi parlato della semiautomatica 7,65 usata dal killer. Un modello non recente e un po' usurato, aveva anticipato il procuratore Marco Martani. [...] Le calibro 7,65 in Italia erano in dotazione al Corpo forestale negli anni Sessanta e ai corpi speciali.