Salute

Cosa succede al corpo se si fanno troppi vaccini

Un 62enne tedesco è stato studiato da un gruppo di ricercatori di Norimberga per scoprire gli effetti dell’ipervaccinazione sull'organismo. E per quanto inutile e sconsigliata, non sembra aver creato problemi al suo sistema immunitario

Credit: Spencer Davis/Pixabay

Quando la notizia ha raggiunto i giornali, nel 2022, qualcuno lo ha accusato di farlo per truffare il Green Pass tedesco, e rivendere certificati contraffatti a chi non voleva vaccinarsi. Non è dato sapere se le cose siano andate esattamente così, o se sia stata invece la paura della malattia a spingerlo, o magari qualche forma di "feticismo vaccinale". Fatto sta che un 62enne tedesco negli ultimi quattro anni non ha fatto praticamente altro che vaccinarsi contro Covid 19, raggiungendo la cifra record di oltre 200 iniezioni con tutti i principali vaccini disponibili in Europa. Il caso aveva suscitato scalpore a suo tempo, e oggi un gruppo di ricercatori della Università Friedrich-Alexander di Erlangen-Norimberga ha approfittato di questo esperimento naturale per studiare gli effetti che ha l’ipervaccinazione sul sistema immunitario e la salute umana, descrivendo i proprio risultati in uno studio appena pubblicato sul Lancet Infectious Diseases.

I timori

Chiaramente, sottoporsi a un numero così elevato di vaccinazioni nell’arco di pochi anni non è né consigliato, né probabilmente utile, specie se tutte indirizzate contro lo stesso agente infettivo. Tra le possibili controindicazioni di una stimolazione così frequente del nostro sistema immunitario c’è anche il rischio di affaticarlo, e renderlo paradossalmente meno efficace nel contrastare le infezioni. “Potrebbe essere quello che accade nel caso di infezioni croniche come quella da Hiv o epatite B, che hanno frequenti riacutizzazioni”, spiega Kilian Schober, immunologa che ha partecipata allo studio. “Ci sono indizi del fatto che un tipo di cellule immunitarie, i linfociti T, si affatichino, e rilascino meno sostanze proinfiammatorie”. Col possibile risultato che l’esposizione frequente allo stesso antigene finisca per ridurre l’efficacia del sistema immunitario.

È questa ipotesi che i ricercatori tedeschi hanno deciso di verificare. Hanno quindi contattato il sessantaduenne, chiedendogli di sottoporsi ad una batteria di esami per analizzare lo stato del suo sistema immunitario. L’uomo ha accettato di collaborare, fornendo anche campioni di sangue prelevatigli nell’arco degli ultimi quattro anni. E i ricercatori si sono quindi potuti mettere al lavoro.

I risultati

In totale, i ricercatori sono riusciti a confermare 134 vaccinazioni anti Covid 19 eseguite con vaccini di tutte le marche. L’uomo, inoltre, ha dichiarato di non aver mai sviluppato effetti collaterali in seguito alle iniezioni. Passando alle analisi, i primi risultati hanno confermato la presenza nel suo sangue di un elevato livello di linfociti T effettori indirizzati contro il virus Sars-Cov-2 (che causa Covid), un tipo di cellule immunitarie che riconosce e contrasta il virus quando invade le nostre cellule. I livelli nel sangue dell’uomo ipervaccinato sono risultati superiori a quelli di persone che avevano effettuato le 3 vaccinazioni raccomandate di norma contro il virus, e non mostravano differenze nella loro efficacia.

Un secondo tipo di cellule, chiamate linfociti T della memoria, sono risultate presenti con livelli uguali nel sangue del 62enne e in quello delle persone vaccinate con 3 iniezioni. Un altro indizio che dimostrerebbe che l’uomo non ha subito effetti avversi dall’ipervaccinazione a cui si è sottoposto, visto che sono cellule necessarie per rimpiazzare i linfociti T effettori non più funzionanti, e ci si aspetterebbe di vederne diminuire il livello nel caso in cui il sistema immunitario fosse affaticato dalla ripetuta esposizione ad un antigene. I livelli di anticorpi contro Sars-Cov-2, infine, sono risultati molto più elevati nell’organismo dell’uomo ipervaccinato.

“Il numero di cellule della memoria è risultato elevato quanto quello dei soggetti del gruppo di controllo”, spiega Katharina Kocher, tra gli autori dello studio. “Tutto considerato, non abbiamo trovato alcuna traccia di un indebolimento della risposta immunitaria, piuttosto il contrario”. Ovviamente, è bene sottolineare che un singolo caso non permette di generalizzare all’intera popolazione gli effetti di una vaccinazione così frequente. E che vaccinarsi più spesso di quanto indicato dalle autorità sanitarie è pericoloso e insensato. Detto questo, le analisi svolte sull’uomo dei 200 vaccini anti Covid offrono dati interessanti, che sembrano indicare che difficilmente il nostro sistema immunitario può arrivare ad affaticarsi con l’esposizione prolungata ad un antigene. Se non per la sua salute – quindi – l’ossessione per la vaccinaizone del 62enne sembra che si sia rivelata utile, quanto meno, per la scienza.


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