Scienze

L’aspirina previene i tumori: scienziati divisi

Uno dei farmaci più conosciuti e usati al mondo potrebbe essere la migliore terapia. Anche se non tutti gli esperti son d’accordo

Un’aspirina al giorno toglie il medico di torno. Questo almeno sembra essere il risultato di uno studio pubblicato sulla rivista Annals of Oncology, secondo il quale l’assunzione giornaliera di aspirina potrebbe davvero proteggere da alcuni tipi di tumori. Siamo di fronte a una rivoluzione?

L'aspirina (acido acetilsalicilico) è l'antidolorifico più conosciuto al mondo, che da decenni si è scoperto avere numerose altre proprietà benefiche. Una di queste è proprio la possibilità di ridurre il rischio di alcuni tipi di tumori. E ci sono diversi studi scientifici che mostrano come questa ipotesi non sia solo fantasia. Il problema finora è che sono noti dell’aspirina anche effetti collaterali abbastanza gravi, che per tanto tempo avevano allontanato dall’idea . 

Per questo nel nuovo studio, realizzato da alcuni ricercatori del Centre for Cancer Prevention della Queen Mary University of London, si è cercato di capire qual è il rapporto rischio beneficio di un’assunzione giornaliera e continuata di aspirina. In altre parole, vale la pena usare questo farmaco come strategia per prevenire il cancro?

I risultati sembrano dare conferma del fatto che gli effetti collaterali sono decisamente più bassi dei benefici e che, dopo un’assunzione regolare per dieci anni, la “protezione” agisce anche a terapia terminata.

Un risultato grandioso, secondo gli autori dello studio, anche se non mancano esperti che invitano ad andare più cauti, come Julie Sharp del Cancer Research UK, che pensa sia ancora troppo presto per una strategia su larga scala. “Sembra estremamente promettente, - ha affermato - ma è essenziale assicurarci di bilanciare questi benefici con i possibili rischi”.

Mancano infatti ancora informazioni sui dosaggi ideali e sulle categorie eventualmente più a rischio di sviluppare effetti collaterali. Per ora quindi, consultiamo sempre il medico e aspettiamo che la ricerca ci dia risposte definitive.


Si parla di