Scienze

La storia dell'agricoltore bio che ha pagato per produrre ricerche scientifiche contro gli OGM

Numerose sono le storie di agricoltori che sostengono di essere stati danneggiati dagli OGM. Non sempre le cose stanno così

Avrete probabilmente sentito parlare degli OGM (Organismi Geneticamente Modificati) e vi sarà giunta voce dell'eroico agricoltore Steve Marsh, in lotta con la Monsanto, multinazionale diventata "simbolo" degli OGM, essendo uno dei principali produttori. La storia però è molto diversa da com'è stata raccontata.

A sentire l'agricoltore, infatti, i campi di OGM dei suoi vicini avrebbero contaminato il suo raccolto di colza "bio", compromettendone la qualità e "costringendolo" a portare in tribunale i vicini e idealmente la stessa Monsanto. In molti lo hanno osannato, a cominciare da Carlo Petrini di SlowFood, come simbolo di una lotta contro un nemico potente e un tipo di colture, quelle OGM, che possono danneggiare tutto e tutti.

Poi però è arrivato il colpo di scena. O meglio, i colpi di scena. Sì, perché come descritto su NextQuotidiano non solo Marsh ha perso per ben due volte la causa contro il vicino Michael Baxter, ma avrebbe ricevuto sostegno non solo da cittadini, ma anche da aziende e soprattutto da un ricercatore, pagato da Marsh stesso affinché realizzasse una ricerca scientifica che dimostrasse la pericolosità degli OGM. Ricerca che sarebbe stata utilizzata poi in tribunale come prova.

Questi dettagli sono venuti fuori dalla messa in luce di uno scambio di mail e forse potrebbero sembrare una cosa di poco conto. In fondo si tratta di un articolo scientifico, e come tale ci vogliono fondi. Quello che però ha lasciato il mondo scientifico perplesso è che non si può costruire un articolo affinché confermi una nostra teoria/opinione, perché non si tratta più di scienza, ma di un modo per far apparire le proprie convinzioni più "scientifiche".

Questa vicenda appare molto sospetta soprattutto perché di articoli scientifici sull'impatto degli OGM ne vengono fatti centinaia e tutti con un verdetto ben chiaro: i singoli OGM autorizzati finora sono sicuri almeno quanto i corrispondenti prodotti convenzionali.


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