Scienze

Tumori, altro che fumo e cibo: "Due su tre sono colpa della sfortuna"

Lo studio pubblicato su Science è stato elaborato su modelli matematici e analizzando trentuno differenti tipi di neoplasie: solo in nove di essi è stato trovato un collegamento diretto con le abitudini e le condizioni del malato

ROMA - "Due tumori su tre sono dovuti a mutazioni del tutto casuali del Dna, senza cause riconducibili direttamente ai propri stili di vita o alle condizioni ambientali in cui si vive". Detto in parole povere: in molti casi ammalarsi di cancro è solo un fatto di sfortuna e non di stile di vita.

LO STUDIO CHE FA DISCUTERE - E' questa la conclusione di una nuova ricerca scientifica che, come volevasi dimostrare, sta facendo molto discutere. Lo studio, che lascia fuori dall’analisi un terzo delle neoplasie conosciute per le quali le cause sono particolari predisposizioni genetiche e ambientali molto pericolose, è comunque un lavoro di tipo statistico e quindi andrà verificato con altre ricerche Lo studio è stato pubblicato di recente sulla rivista scientifica Science ed è stato condotto dai ricercatori Bert Vogelstein e Cristian Tomasetti della Johns Hopkins University di Baltimora, Maryland (Stati Uniti), che hanno realizzato un modello matematico per analizzare l’incidenza di diversi tipi di tumori. Il loro studio è quindi di tipo statistico ed è basato su un’ampia serie di dati raccolti negli ultimi decenni dai centri di cura e ricerca sul cancro.

La loro ultima ricerca mette in discussione quelle che fino a oggi si è pensato fossero le cause di molte neoplasie: stili di vita poco sani, difetti genetici o l’ambiente in cui si vive. Due terzi dei tumori, secondo i due studiosi, sono dovuti infatti a mutazioni legate al puro caso piuttosto che a stili di vita sbagliati come il fumo. Solo un terzo è legato a fattori ambientali o predisposizioni ereditarie. Va detto però che la diagnosi precoce può salvare la vita laddove non arriva la prevenzione, e sono gli stessi ricercatori a sottolinearlo.

"LA SFORTUNA" - Lo studio ha analizzato trentuno differenti tumori e, secondo i modelli matematici elaborati dagli scienziati Bert Vogelstein e Cristian Tomasetti, solo nove sono risultati essere collegati agli stili di vita o a difetti genetici. I restanti ventidue erano "principalmente collegati alla sfortuna: il Dna o come viviamo hanno solo un piccolo impatto", evidenziano i due autori della ricerca. Il lavoro di Vogelstein e Tomasetti si è concentrato sulle staminali, cellule che si possono differenziare in diversi tipi di tessuti a seconda delle esigenze. Proprio a causa della loro longevità, una mutazione nelle staminali può avere conseguenze molto più deleterie rispetto a quando ciò accade in una cellula comune. Gli scienziati hanno contato le mutazioni casuali che possono avvenire durante una divisione cellulare, lasciando da parte altre cause (geni difettosi ereditati o di tipo ambientale come il fumo o la presenza di radiazioni). Il sistema matematico elaborato dai ricercatori ha evidenziato che all’aumentare del numero di divisioni cellulari aumenta il rischio che si sviluppi un tumore.

LA DIAGNOSI PRECOCE - Secondo gli scienziati in molti casi non è possibile prevenire i tumori, così la ricerca dovrebbe concentrarsi soprattutto sulla diagnosi precoce, bloccando il cancro nei primi stadi di sviluppo. Tra le neoplasie collegate alla "cattiva sorte", la ricerca inserisce quelle localizzate in alcuni organi e tessuti: cervello, testa-collo, tiroide, esofago, polmone, osso, fegato, pancreas, melanoma, ovario e testicolo. Ma su alcune di queste forme tumorali i ricercatori evidenziano come il fumo, gli effetti del sole, delle radiazioni, di un eccessivo consumo di carne e fattori genetici, possano avere un effetto scatenante (ad esempio tumore al polmone, fegato e gola).


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