Scuola

Studenti in piazza contro l'alternanza scuola-lavoro: "Sfruttati nelle aziende"

In tuta blu come gli operai: gli studenti sono in sciopero contro la riforma Buona Scuola e nello specifico contro la cosiddetta "Alternanza scuola-lavoro"

Studenti in sciopero, in piazza con le tute blu come gli operai. Sono previsti in varie città “cortei mattutini, flash mob in tute blu davanti le aziende, azioni davanti agli uffici scolastici regionali, lezioni di piazza alternative, esperienze di alternanza scuola-lavoro autogestita, feste e concerti serali negli spazi aggregazione”.

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Iniziative sono state organizzate nelle maggiori città italiane: a Roma (corteo studentesco “Generazione Ribelle” che parte alle ore 9 da Piramide), Milano (corteo dalle 9.30 da Largo Cairoli), Torino (dalle 13.30 a Parco Michelotti), Bologna (corteo in centro da Piazzale Dante alle ore 9), Napoli (corteo dalle 9 da Piazza Garibaldi), Bari (dalle 9.30 da Piazza Umberto I), Palermo, Foggia e altri centri: in totale sono state organizzate manifestazioni in 70 città italiane.

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Studenti in sciopero: i perché della protesta

Come racconta l’indagine pubblicata nel mese di maggio 2017 dall’Unione degli studenti, infatti, ben il 57% degli studenti intervistati ha svolto percorsi non congruenti con il loro percorso di studi, e su 15.000 studenti ben il 40% ha riscontrato una violazione diretta dei diritti minimi sanciti nella circolare di “chiarimento” del ministero dell’Istruzione.

Tra i punti contestati quello delle risorse finanziarie: l’obbligatorietà delle ore infatti non è sostenuta da un finanziamento che garantisca la sostenibilità economica di questi percorsi. A confermare questi dati e allarmare ulteriormente sono i casi limite emersi recentemente, anche grazie allo sportello “Sos alternanza estiva” dell’Unione degli studenti, che ha visto giungere denunce oltre ogni immaginazione.

Parma uno studente è stato chiamato per trasportare ombrelloni sotto il sole per tutta la giornata. A Milano ben 200 studenti hanno sostituito i lavoratori in una struttura alberghiera durante la stagione estiva. A La Spezia un ragazzo si è ferito gravemente mentre guidava un carrello elevatore. A Salerno centinaia di ragazzi hanno lavorato gratis durante il periodo delle Luci d'Artista: sono stati guide turistiche nelle strade, ciceroni nei musei, addetti agli info-point, ma anche cuochi in ristoranti e alberghi.

"L’urgenza di uno statuto delle studentesse e degli studenti - denunciano dall'unione degli studenti - capace di difenderci è testimoniato anche dai casi di Monza, in cui quattro studentesse hanno subito molestie sessuali durante l’alternanza, un caso che ha fatto emergere l’incapacità della scuola di tutelare le sue stesse studentesse esponendole maggiormente ad un gravissimo atto di violenza maschile".

Dall’approvazione della “Buona Scuola”, oltre 600.000 studenti frequentanti il triennio delle scuole medie superiori sono stati impiegati nelle 200 e 400 ore obbligatorie di “alternanza scuola-lavoro.

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Le accuse alla riforma

"Oggi abbiamo convocato il primo sciopero dell`alternanza scuola lavoro. Chiediamo al ministero dell`Istruzione che fine abbia fatto lo statuto delle studentesse e degli studenti in alternanza scuola- lavoro e il codice etico per le aziende? Siamo stanchi di aspettare!, dichiara Francesca Picci, Coordinatrice nazionale dell'Unione degli studenti. "Come studenti viviamo sulla nostra pelle i disagi di questo modello di alternanza scuola- lavoro, noi siamo studenti, non merce nelle mani delle aziende".

"Anche gli universitari scenderanno oggi in piazza per denunciare i tirocini - sfruttamento. Siamo stanchi di vedere i nostri percorsi di studi degradati a manodopera a basso costo per enti, privati e imprese", afferma Andrea Torti, Coordinatore nazionale di Link Coordinamento universitario. "Con la campagna Formazione Precaria abbiamo lanciato un`inchiesta, con lo scopo di portare alla luce lo sfruttamento che gli studenti e le studentesse vivono nei loro percorsi accademici".

Inserita nel quadro delle riforme renziane, quella della Buona Scuola ha tuttavia dei nessi inequivocabili con altre leggi, come il Jobs act, che, attraverso l’introduzione del contratto a tutele crescenti e l’apprendistato a 15 anni, identifica anche l’alternanza scuola – lavoro come una politica attiva sul lavoro. Infatti, spesso gli studenti sono inseriti direttamente in produzione, senza passare da un ambiente protetto che ne possa garantire la formazione e la preparazione adeguata. Attraverso gli sgravi fiscali alle aziende che assumono studenti precedentemente da loro attivi nel percorso di alternanza scuola – lavoro, si sta infatti dopando l’esito dell’occupazione giovanile, sacrificando la formazione e creando nuove forme di lavoro gratuito, e di questo provvedimento Confindustria ringrazia.

"Il governo deve stanziare maggiori risorse in Istruzione e Ricerca. Le risorse regalate alle aziende con gli sgravi fiscali vanno invece investite per un`istruzione gratuita e di qualità", aggiunge Martina Carpani, Coordinatrice nazionale di Rete della Conoscenza. "La scuola e l`università non devono essere asservite al profitto degli sfruttatori, semmai devono cambiare il mondo del lavoro. L`istruzione deve essere garantita a tutte e tutti abolendo il numero chiuso all`università e istituendo il reddito di formazione universale".

Il ministro Fedeli

A “Circo Massimo” di Radio Capital, la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli ha spiegato: “Io difendo il merito dell’alternanza scuola-lavoro. In Italia si fa da anni, ma si faceva negli istituti tecnici-professionali ed era una scelta non per tutte le scuole. La legge 107 invece l’ha introdotta come innovazione didattica per un apprendimento trasversale di competenze”.

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