Scuola

Vaccini, obbligo flessibile e polemiche: caos sul rientro a scuola

Il ministro della Salute vuole introdurre un diverso calendario vaccinale a seconda di Regioni e contingenze. Gli esperti attaccano: secondo i pediatri depotenziare l'obbligo oltre ad essere un errore, sarebbe in contrasto con le norme vigenti

Vaccini obbligatori sì (certo), ma a scuola entreranno tutti i bambini, anche quelli non vaccinati? Probabilmente sì, anche se ad oggi si profila un vero e proprio caos a settembre alla riapertura delle aule.

La presa di posizione dei presidi italiani - che non vogliono applicare la nuova circolare Grillo-Bussetti impendendo l'accesso ai bambini non vaccinati - viene bollata come "una polemica assolutamente surreale e tardiva" dallo stesso ministro della Salute, Giulia Grillo.

"L'autocertificazione è un atto deciso dal precedente governo, e utilizzato per tutto il 2017, che è stato solo proseguito anche per il 2018". 

"L'autocertificazione - ribadisce la titolare del governo - è stata adottata perchè "in mancanza di un'anagrafe vaccinale nazionale, che la Lorenzin non ha fatto, non volevamo caricare di oneri ulteriori i cittadini. Ribadisco però che autocertificare non significa certificare il falso, perchè sennò - fa nota il ministro - ti becchi sei mesi di carcere".

Vaccini, la proposta di legge per "l'obbligo flessibile"

Tuttavia il ministro della Salute integra le sue affermazioni con un annuncio che scuscita ancora più polemiche. La maggioranza di governo ha infatti depositato una proposta di legge che prevede "misure flessibili di obbligo vaccinale" per superare l'annunciata intenzione dalle Regioni di impugnare davanti alla Corte Costituzionale l'emendamento sui vaccini inserito nel milleproroghe.

"Spingeremo per il metodo della raccomandazione che é quello che noi prediligiamo da un punto di vista politico, nel quale prevederemo delle misure flessibili di obbligo sui territori, e quindi anche nelle regioni e nei comuni dove ci sono tassi più bassi di copertura vaccinale o emergenze epidemiche" 

In sostanza nel piano del Governo c'è l'idea di prevedere un diverso piano/calendario vaccinale a seconda delle Regioni e delle circostanze, ad esempio nel caso di una particolare recrudescenza di malattie infettive come il morbillo.

Ma gli esperti attaccano il Governo: secondo i pediatri depotenziare l'obbligo oltre ad essere un errore, sarebbe in contrasto con le norme vigenti.

Vaccini, pediatri contro il Governo: "No all'autocertificazione"

"L'autocertificazione non è utilizzabile in sanità e per quanto riguarda i vaccini, oltre a mettere in crisi l'obbligo vaccinale, contrasta anche con la normativa vigente sulla sburocratizzazione". Lo sostengono i professori ordinari di Pediatria che in una nota del Collegio di categoria criticano le iniziative del Governo in merito al "depotenziamento dell'obbligo vaccinale legato alla possibilità di autocertificare, in base alla circolare del ministero del 5 luglio, le vaccinazioni del bambino all'ingresso nelle istituzioni scolastiche da 0 a 16 anni".

"I certificati medici, sanitari non possono essere sostituiti da altro documento".

L'autocertificazione, secondo il Collegio dei professori ordinari di Pediatria "allenta le maglie del controllo ed aumenta il rischio che un numero crescente di bambini accedano alla comunità scolastica senza le necessarie protezioni nei confronti di malattie che possono sconvolgere la loro vita e quella delle loro famiglie".

"I sostenitori 'no-vax'non hanno mai visto giungere al pronto soccorso pediatrico un bambino non vaccinato in coma per encefalite da morbillo, o un lattante in apnea per pertosse, o un neonato con compromissione neurologica, cieco e sordo a causa della rosolia contratta dalla madre in gravidanza".

Vaccini, il governo vuole l'obbligo flessibile: le reazioni

Vaccini, il governo vuole l'obbligo flessibile

Le reazioni all'annuncio del ministro della Salute non si fanno attendere. "Qualcuno spieghi al ministro @GiuliaGrilloM5S che l’autocertificazione prevista dalla legge è norma transitoria in attesa della data perentoria in cui presentare le certificazioni" scrive su Twitter l'ex ministra della Salute, Beatrice Lorenzin. "La sua proroga - continua il tweet - serve solo ad attendere la norma @PaolaTavernaM5S per eliminare obbligo".

La senatrice del Pd Teresa Bellanova osserva che "grazie alla legge Lorenzin, i livelli di copertura vaccinale stavano risalendo anche nelle regioni più carenti. Ora arriva l'obbligo flessibile, una figura retorica folle comprensibile solo alla Grillo. I presidi italiani stanno solo esprimendo considerazioni di buonsenso, altro che polemiche. Il governo rispetti le leggi a tutela della salute della popolazione, bambini e adulti".

"Leggiamo con sorpresa le dichiarazioni della ministra Grillo che vorrebbe attuare una sorta di flessibilità tra le regioni sull’obbligatorietà vaccinale" dichiara Maria Rizzotti, vice presidente dei senatori Fi. "Si fa riferimento - aggiunge - a un disegno di legge presentato al Senato dai 5 Stelle e dalla Lega, ma ancora non disponile, in cui si prevederebbe che ogni regione potrebbe decidere sull’obbligatorietà vaccinale autonomamente in base a parametri ancora non chiari. Insomma ancora confusione, ancora tutto lasciato alla burocrazia".

"La modalità di raccomandazione attiva" per le vaccinazioni "stile paesi nordici è nel programma 5 Stelle e mi trova pienamente d'accordo - dice all'Adnkronos la senatrice M5S Elena Fattori - La variabilità degli obblighi a livello regionale era stata esclusa nella scorsa legislatura perché potrebbe mettere in difficoltà le famiglie che si spostano sul territorio italiano. Una modalità del genere richiede un investimento economico importante".

"Quando ci sarà il testo dettagliato potrò esprimere un giudizio più puntuale. Mi auguro una costruttiva discussione parlamentare con una larga condivisione e la possibilità eventualmente di contribuire al testo in maniera del tutto trasversale in modo da sottrarre un tema di salute pubblica dalle diatribe politiche. Mi auguro altresì che la discussione parlamentare sarà basata su evidenze scientifiche", sottolinea Fattori, biologa, che nei giorni scorsi al Senato ha votato in dissenso dal suo gruppo sull'emendamento che fa slittare di un anno l'obbligo vaccinale per l'iscrizione alla scuola dell'infanzia e ai nidi.


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