Stop Violenza Donne

Celebrare il 25 novembre raccontando l'impegno di 10 donne eccezionali

In occasione del 25 novembre, un breve excursus sulla storia di 10 donne eccezionali, in grado di offrire uno spunto di riflessione

Foto di Brett Sayles da Pexels

In un mondo ideale, tutti i cittadini hanno pari diritti e opportunità; purtroppo, oggi non è ancora così.
La strada da percorrere verso la parità è, infatti, ancora molta: basti pensare al diritto all’aborto; in Italia, nonostante nominalmente sia presente, non è effettivamente garantito (data la numerosa presenza di obiettori presso gli ospedali statali).
Negli Stati Uniti, invece, è tornata la Marcia delle Donne, alla sua 5ª edizione, proprio per difendere il diritto all’aborto (particolarmente sentita la situazione in Texas, dove è stata vietata l’interruzione di gravidanza oltre le 6 settimane).
E questa è solo la punta dell’iceberg.
Fortunatamente, ci sono donne - ma anche uomini - che hanno la forza di mettersi in gioco per difendere i diritti di tutti, con il proposito di raggiungere una reale equità.
A tal proposito, lo scorso anno, Alyse Nelson ha curato la pubblicazione del libro Vital Voices: 100 Women Using Their Power to Empower, nel quale vengono raccontate 100 figure femminili note in quanto attiviste, pioniere o impegnate in progetti che hanno avuto grande risonanza, come Hillary Clinton e Greta Thunberg.
Per celebrare il 25 novembre, Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, ecco 10 donne forti che si sono impegnate, e si impegnano, nel promuovere i diritti femminili.

Michelle Obama

Prima first lady afroamericana, amatissima durante la sua permanenza alla Casa Bianca, ha sempre difeso i diritti delle donne, promuovendone l’emancipazione e rivendicandone il ruolo nella società.
Crede nella forza femminile e nella necessità di operare, unite, per cambiare le cose.
Michelle Obama è stata, anche, promotrice della campagna State of Women, volta a difendere i diritti delle donne e a trattare temi quali violenza di genere e diseguaglianza nel mondo del lavoro.

Kamala Harris

Vicepresidente degli Stati Uniti, prima donna in questo ruolo, prima afroamericana, prima indoamericana, è una femminista più che convinta. Quando ha pronunciato il suo primo discorso, in qualità di vice presidente USA, l’ha fatto indossando un tailleur bianco, in onore della battaglia delle suffragette (movimento di emancipazione femminile nato tra la fine dell’Ottocento ed inizio Novecento per i diritti delle donne). Nel suo primo discorso, Harris ha tenuto a sottolineare di essere la prima donna nel ruolo, ma non di certo l’ultima, inviando un messaggio di speranza alle future generazioni di giovani donne, di tutte le etnie.

Ruth Bader Ginsburg

È una delle quattro donne mai arrivate a ricoprire un ruolo presso la Corte Suprema degli Stati Uniti (dal 1993 è stata in carica come Giudice, fino alla sua morte, avvenuta il 18 settembre 2020).
Si è sempre distinta per l’impegno profuso contro le disuguaglianze di genere.
Fu co-fondatrice, nel 1972, del Women's Rights Project, iniziativa ideata per riuscire a portare in tribunale casi di discriminazione, così che potessero diventare precedenti importanti, in seguito alle loro sentenze.

Lady Gaga

Musicista, attrice, icona di stile e attivista, Lady Gaga ha sempre cercato, con la sua immagine e le sue canzoni, di trasmettere un messaggio positivo di accettazione e inclusione.
Promuove la realizzazione femminile, suggerendo, alle donne, di seguire i propri sogni e di dare valore a sé stesse, a prescindere da quello che pensano gli altri.

Guo Jianmei

Avvocata e attivista cinese, opera per rivoluzionare il sistema.
Nata nella contea di Hua da una famiglia di contadini, Guo vede la disuguaglianza e la violazione dei diritti che le donne devono subire, anche all’interno della sua stessa famiglia, per questo decide di impegnarsi nel migliorare la condizione femminile nel suo paese.
Per raggiungere lo scopo, crea collaborazioni con colleghi, partecipa a incontri e summit dedicati alla condizione della donna e arriva a fondare il Beijing University Law School Women's Legal Research and Services Centre, prima organizzazione non governativa, senza scopo di lucro, specializzata in assistenza legale alle donne in Cina.
Grazie al suo impegno nel cercare di dare voce alle donne cinesi, nel 2011 viene insignita dell'International Women of Courage Award.

Marina Pisklakova-Parker

Attivista contro la violenza sulle donne in Russia, fonda la prima linea telefonica di aiuto e, in seguito, la prima casa rifugio: nel suo paese non esisteva un vero e proprio supporto per le vittime di violenza.
Opera costantemente per far sì che tale fenomeno venga riconosciuto e ufficializzato: ad oggi, infatti, in Russia non esiste una legge specifica contro la violenza domestica, né sono disponibili dati ufficiali a riguardo.
Presidente di Anna - Association No to Violence, che coordina 40 centri nel paese, Pisklakova-Parker si dedica, anche, a combattere la tratta di esseri umani, educando le ragazze russe in merito.

Malala Yousafzai

A 15 anni è diventata il simbolo della resistenza agli estremisti Talebani ed è, ad oggi, la più giovane vincitrice del Premio Nobel per la Pace.
La sua lotta è focalizzata sul concedere, a tutte le bambine, il diritto allo studio.
Yousafzai è, infatti, persuasa del fatto che gli estremisti temano, particolarmente, le donne che ricevono un’istruzione, perché diventano consapevoli del proprio valore e delle proprie capacità.
Crede fortemente che l’istruzione sia il mezzo attraverso il quale si potranno raggiungere il cambiamento e l’uguaglianza nella società.

Lena Dunham

Creatrice e protagonista della serie televisiva Girls (definita la Sex&the City attuale), racconta la vita di alcune giovani donne in maniera realistica e originale, allontanandosi dall’immagine patinata solitamente offerta da Hollywood.
Tratta temi importanti, quali sessualità femminile e aborto, in maniera non scontata.
Grazie a questa serie, Dunham si è guadagnata il titolo di esponente di primo piano del nuovo femminismo.
Tra i suoi progetti più noti, la creazione della pubblicazione Lenny Letter, condivisa con Jennifer Konner.

Anna Jones

Anna Jones è coordinatrice, in Gambia, della rete nazionale del Wanep (West African Network For Peacebuilding), un’organizzazione impegnata nel prevenire i conflitti, nonché nel promuovere la partecipazione di giovani e donne nei processi decisionali e nella costruzione della pace.
Jones si batte, inoltre, per una maggiore consapevolezza dei diritti LGBTI e delle donne, organizzando corsi di formazione.
 Lo scopo che si propone è quello di portare sempre un maggior numero di donne a rivestire cariche pubbliche, combattendo la cultura patriarcale presente in Gambia.
Attualmente, alcune delle donne che hanno partecipato ai corsi organizzati da Wanep concorrono per le elezioni dell’assemblea nazionale: un ottimo traguardo, indipendentemente da quale sarà il risultato finale.

Ayat Osman

Qualche anno fa, l’egiziana Ayat Osman, in collaborazione con la sorella Seham e con il supporto di altri attivisti, ha fondato il primo gruppo femminista organizzato ad Assuan, nel sud dell'Egitto, che si batte contro la violenza sulle donne.
Osman si impegna, anche, nella lotta per i diritti del popolo della Nubia, una minoranza indigena in Egitto.

Queste donne sono una dimostrazione di quanto si possa realizzare con determinazione e impegno e offrono un’occasione di riflessione, in particolare nella Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne.


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