Stop Violenza Donne

Violenza psicologica, una forma subdola di abuso emotivo: ecco come riconoscerla

Il maltrattamento psicologico è una delle forme di violenza più nascoste e dolorose. Pur manifestandosi in maniere differenti, ha dei tratti comuni che lo rendono riconoscibile

Foto di Anete Lusina da Pexels

Quando si parla di violenza, in una relazione, balza subito alla mente la violenza fisica subita dalla vittima.
Eppure, ne esiste un genere più subdolo, più nascosto, che è, però, altrettanto in grado di devastare una persona: si tratta della violenza psicologica.
Non si sta parlando di un evento isolato, o di episodi sporadici, bensì di maltrattamenti costanti che, proprio in forza a ciò, minano profondamente la stabilità emotiva di chi li subisce.
Si tratta di una forma di violenza molto diffusa, proprio perché, non lasciando lividi o segni visibili del proprio passaggio, spesso non viene riconosciuta, oppure viene sottovalutata, quasi fosse una forma di sopruso meno grave.
Può essere capitato, ad esempio, di sentire un’amica giustificare il comportamento aggressivo del fidanzato, o del marito, “perché ha avuto una brutta giornata” o “perché sono io che pretendo troppo”, arrivando a sentirsi in colpa: la violenza psicologica non lascia segni esterni, ma ferisce, eccome.

Riconoscere il maltrattamento psicologico

Il tipo di abuso emotivo non segue, sempre, un identico percorso, infatti può variare sia per intensità, nelle sue manifestazioni, che per frequenza, può essere palese o più nascosto; ci sono però dei tratti ricorrenti, che possono presentarsi anche in toto o parzialmente.
Per identificare il maltrattamento psicologico, quindi, può essere utile conoscere tali comportamenti.
Eccone i più comuni.

Svalutazione e critica

Viene svalutato, continuamente, tutto quello che la vittima fa e desidera, minandone profondamente l’autostima.
Che si tratti di lavoro, studio, hobby o traguardi raggiunti, tutto viene considerato di poca (o nessuna) importanza.
La partner viene, spesso, messa in ridicolo, anche in pubblico.
Vengono criticati, anche, aspetto fisico e carattere, sottolineando quanto siano sgradevoli e come nessun altra persona potrebbe sopportarli (all’infuori dell’attuale compagno, ovviamente).

Controllo e isolamento

La partner viene isolata, da amici e familiari, a fronte di scenate di gelosia eccessive (e immotivate), che mettono in luce la possessività del violento.
Quando la vittima si sposta, per qualsiasi motivo, deve rispondere immediatamente a messaggi o chiamate (così che il fidanzato/marito possa monitorare in compagnia di chi si trova).
Il controllo si estende, anche, all’abbigliamento, che non viene giudicato, mai, consono (‘troppo’ scollato, ‘troppo’ appariscente, ‘troppo’ provocante).

Scarico di responsabilità

Un partner che impiega violenza psicologica non ammette mai di avere colpe e torti, non si mette mai in discussione.
Al contrario, tende a scaricare sulla vittima la colpa dei comportamenti violenti, adducendo la rabbia ad una provocazione subita.
Inoltre, nel caso in cui la fidanzata/moglie osi lamentarsi, il violento tende a sdrammatizzare, attribuendo, ancora, la colpa alla vittima (accusata di avere reazioni eccessive).

Ambivalenza emotiva

Il violento alterna scoppi di rabbia a momenti di gentilezza e affettività, cosa che confonde la vittima.
In generale, non desidera comunicare con la partner, ignorandola e restando in silenzio, nel caso in cui lei cerchi di avviare un dialogo.
Se la vittima ha bisogno di aiuto, il violento se ne disinteressa, giudicando eccessiva la manifestazione di necessità.

Falso pentimento

Quando la vittima arriva al limite e decide di lasciare il partner, questi si dimostra disperato e promette grandi cambiamenti in nome dell’amore provato. Ovviamente, tale pentimento rientra appena la vita di coppia ritorna alla normalità.

Affrontare la violenza psicologica

Subire, continuamente, attacchi di violenza psicologica sgretola l’autostima.
Il violento guadagna sempre maggiore forza nei confronti della vittima, mentre questa si spegne, ogni giorno, un po’ di più, fino ad arrivare ad annullarsi.
Nessuno merita di vivere una condizione simile che, con l'amore, non ha davvero nulla a che spartire.
Affrontare la violenza psicologica non è facile, dato che, spesso, vengono coinvolte emozioni molto profonde, ma è possibile.
Il primo passo è riconoscere la situazione in cui ci si trova e chiedere aiuto, senza nessuna vergogna: che si tratti di amici, familiari, o di un supporto professionale, agire con il sostegno di qualcuno fa uscire dalla condizione di solitudine in cui si era precipitati, aumentando le possibilità di successo.
Prendere in mano la situazione, ricominciando a pensare a sé stessi, con gentilezza e comprensione, è un’azione necessaria per riappropriarsi della propria vita e delle propria felicità, liberandosi del giogo di un legame tossico.


Si parla di