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Gabriele Muccino, il video shock sulle violenze: “Questa è l’America da cui sono scappato”

“Ho vissuto in America 12 anni e la realtà è sconvolgente come il video che ho postato”, ha spiegato il regista romano in riferimento al video pubblicato sui social che mostra alcuni dei comportamenti violenti messi in atto dalle autorità americane

Gabriele Muccino (Instagram)

“Uno dei motivi per cui ho avuto un rifiuto forte per l'America e sono andato via è per la violenza tangibile che entra sottopelle. E' il tessuto della società americana che prima ti terrorizza e poi, per uno che ha una cultura europea, o ti schiaccia o ti mette in fuga”: a parlare è Gabriele Muccino che  nei giorni in cui il 'caso George Floyd' infiamma gli Stati Uniti, all'Adnkronos rilascia un commento che va ben oltre il caso dell'afroamericano morto durante l'arresto a Minneapolis lo scorso 25 maggio.

“Ho vissuto in America 12 anni e la realtà è sconvolgente come il video che ho postato”, racconta il regista romano in riferimento al video shock pubblicato sul suo account Instagram che raccoglie alcuni dei comportamenti violenti messi in atto dalle autorità americane contro persone e animali. “Io ho visto almeno una volta a settimana qualche nero ammanettato e perquisito dalla polizia senza aver fatto nulla”, prosegue Muccino: “La realtà razziale in America è un profondissimo disagio da sempre. Gli abusi della polizia sono noti. E la differenza di questi giorni è scaturita dal fatto che l’intera evoluzione dell’arresto di Floyd è stata tutta filmata perché, altrimenti, in qualunque altra circostanza avrebbero detto che il soggetto aveva fatto resistenza al pubblico ufficiale e quindi il caso sarebbe rientrato, come in altre decine di occasioni, in una sorta di buco nero e sarebbe scomparso. Ma di situazioni come quella verificatasi per Floyd ce ne sono tantissime, tanto che la pratica del ginocchio sul collo è una pratica che la polizia esercita normalmente”.

(Di seguito il video pubblicato su Instagram da Gabriele Muccino. Immagini sconsigliate a un pubblico sensibile)

Gabriele Muccino: “L’America è un paese violentissimo”

“In America ti arrestano per un nonnulla, perché non ti fermi allo stop e se sei nero non sai come va a finire”, racconta ancora Gabriele Muccino: “L’America è un paese violentissimo che vive sulla violenza, dove è molto tangibile la violenza degli uomini con gli uomini, un Paese che è nato sulla violenza contro i nativi. Non dobbiamo dimenticarci che qualunque afroamericano è discendente di una famiglia di schiavi o spesso porta nel cognome il nome di una piantagione. E da allora sono sempre stati tenuti in un regime di sottomissione. La media di reddito di una famiglia bianca americana è di 117mila dollari l’anno, mentre il reddito medio di una famiglia di colore è di 17 mila dollari l’anno. Sono dati reali".

Muccino prosegue rimarcando su una “diseguaglianza enorme che si è riflettuta anche nell’accesso alla sanità che non è pubblica, per cui i poveri che spesso sono neri per questi motivi, non si sono potuti curare dal coronavirus”, denuncia ancora il regista: “E il motivo per cui i morti americani sono così tanti è perché tre quarti erano di colore e non sono neanche potuti andare all’ospedale: la povertà è talmente estrema che non ha permesso loro di curarsi, non essendoci una sanità pubblica che, tra l’altro, Obama aveva introdotto e Trump ha subito tolto appena è diventato presidente". Un riferimento, poi, all’istruzione, ai “problemi enormi anche nell’accesso alle scuole e alla formazione” che – afferma – “crea povertà, crimine, pregiudizio e quindi una sorta di spirale mostruosa per cui il nero è un criminale”.

"La realtà americana è contaminata da questo enorme pregiudizio da quando i neri erano schiavi e venivano impiccati negli Stati del Sud, cosa che - sottolinea Muccino - tra l’altro ancora in qualche modo succede. Come pochissimi giorni fa quando un nero faceva jogging e due bianchi gli hanno sparato. Questa è l’America. Il razzismo è talmente forte che molti neri vengono uccisi perché il razzista suprematista bianco, appena li vede nel proprio quartiere, spara. E se poi viene indagato dice che era stata svaligiata una casa…e se la cava così. E' una statistica altissima questa", conclude il regista.


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