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La Vendemmia agli scavi di Pompei, tra tradizione e innovazione

Un vino che racconta la cultura pompeiana

Roma, 28 ott. (askanews) - Viticoltura e archeologia, tra tradizione e innovazione.

A Pompei, come ogni anno, si tagliano le uve coltivate nei vigneti delle antiche domus grazie a un progetto di botanica applicata all'archeologia portato avanti dal Laboratorio di Ricerche Applicate del Parco archeologico, e grazie a una convenzione con l'azienda vinicola Mastroberardino che si occupa della coltivazione nei vigneti dell'antica Pompei e di tutte le fasi fino alla produzione del vino: il Villa dei Misteri.

E' la 21esima edizione della vendemmia agli scavi: un progetto cresciuto nel tempo e arrivato a interessare 15 aree dell'antica Pompei, tra cui Foro Boario, casa del Triclinio estivo, Domus della Nave Europa, per un totale di circa un ettaro e mezzo, con una resa potenziale di circa 40 quintali per ettaro. Ne deriva un vino che oggi è anche veicolo di storia e cultura pompeiana.

La dottoressa Chiara Comegna, archeobotanica del Parco archeologico, ricorda gli importanti studi della dottoressa Jashemski sulla viticultura pompeiana: "Sin dal 1950 si è occupata anche delle pratiche vitivinicole delle aree in cui sorgono i nuovi vigneti. Gli studi si basavano sullo scavo sistematico, e sull analisi degli eco fatti , ovvero di tutti i reperti e le tracce naturali portati in luce durante lo scavo, sulla loro interpretazione, e a seguire sull intreccio di questi dati archeologici con le fonti scritte. Grazie a questo complesso procedimento è stato possibile ottenere le prime informazioni sulla viticoltura romana-pompeiana, prima note quasi esclusivamente attraverso le fonti scritte".

Il vino in degustazione quest'anno è il Villa dei Misteri Annata 2012, frutto dell'uvaggio storico di Piedirosso, Sciascinoso e Aglianico. Quest'ultimo inserito in blend dalla vendemmia 2011 e tra le varietà più rappresentative della viticoltura dell'antichità.


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