Musica

Ottanta anni di Adriano Celentano: innovatore tradizionalista, è sempre rock

Il Molleggiato festeggia 80 anni ancora da protagonista dello spettacolo italiano. Una vita e una carriera lunghissime e piene di successi. Amato e criticato, di sicuro non lascia mai indifferenti

Adriano Celentano compie 80 anni il 6 gennaio. Ottanta anni da protagonista della scena musicale italiana, ma non solo. Perché Adriano il Molleggiato è entrato urlando nelle case degli italiani quando negli anni Cinquanta si muoveva come Elvis e cantava il rock'n'roll e non ne è più uscito, evolvendosi negli anni ma rimandendo sempre fedele a se stesso.

Celentano è il "Re degli ignoranti", un uomo del popolo che rimpiange il cielo terso e il verde dei prati prima della colata di cemento, e che può parlare d'amore, quello sentimentale e quello universale tra esseri umani, ma anche di politica, di religione. Di tutto. Perché Adriano - cantante, ballerino, imitatore, attore, regista, produttore discografico e cinematografico, conduttore e chi più ne ha più ne metta - può fare tutto.

Impossibile non farsi prendere dai ritmi forsennati de "Il tuo bacio è come un rock" o "Prisencolinensinainciusol", sentire il cuore sciogliersi per "Storia d'amore" e "Io non so parlar d'amore", e tante, tante altre. Perché si potrebbe continuare all'infinito, citando il canzoniere sterminato di Celentano, che ha accompagnato più di cinquant'anni di vita Italiana anche nelle vesti di "guru".

Innovatore e tradizionalista al tempo stesso. C'è chi lo ama alla follia e chi lo odia altrettamento violentamente. Di sicuro non lascia indifferenti.

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Il ragazzo della via Gluck: i primi passi

Il 6 gennaio 1938, al numero 14 di via Gluck, a Milano, nasce Adriano Celentano. Figlio di emigrati di origini pugliesi, è il terzo di tre fratelli. Da bambino cresce libero in quella che all'epoca era una zona periferica, "a piedi nudi a giocare nei prati". Lascia la scuola dopo la quinta elementare e si mette a fare mille lavoretti; gli piacciono gli orologi e viene assunto come aiuto-orologiaio in un negozio in via Correnti. 

Come molti altri giovani italiani viene contagiato dalla febbre del rock'n'roll. Anni dopo, ormai famoso, scriverà una ballata folk per ricordare la sua via Gluck.

Là dove c'era l'erba ora c'è
Una città
E quella casa
In mezzo al verde ormai
Dove sarà

Con quattro amici mette su il più classico dei complessini e con il nome di Rock Boys iniziano a girare club e teatri. Il suo nome finisce nelle locandine insieme a quelli di tanti altri divenuti poi famosi: Tony Dallara, Enzo Jannacci, Little Tony, Giorgio Gaber. E' un cantante, ma anche già un ballerino e sopratutto un intrattenitore: durante il concerti, tra una canzone e l'altra, imita Jerry Lewis e tiene in pugno il pubblico.

Nel 1957 partecipa al mitico Primo festival del Rock and Roll e Danze Jazz al palazzo del Ghiaccio a Milano. I giornali del giorno dopo parlano solo di lui e del caos che si è creato fuori e dentro il Palaghiaccio ("Mobilitata pure la celere", titolava il quotidiano La Notte). E' nata una stella. L'anno dopo incide il primo 45 giri e nel 1959 esce Il tuo bacio è come un rock, che vende nella prima settimana ben 300mila copie e resta primo in classifica per quindici giorni.

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24mila baci: arrivano il successo e il mondo del cinema

La voce di Celentano riecheggia dai juke-box di tutta Italia ed è protagonista nel 1959 di un film dal titolo emblematico: "I ragazzi del juke-box" di Lucio Fulci, musicarello ante-literram e primo di una lunga serie di successi cinemetografici (Celentano compare anche in una scena de La dolce vita di Federico Fellini). La sua voce e soprattutto le sue movenze, ispirate ai movimenti rock di Elvis Presley, diventano riconoscibili e imitatissime: lo chiamano il Molleggiato.

E' l'Italia del boom economico e degli urlatori, anni di sconvolgimenti nella cultura italiana. Al Festival di Sanremo 1961 presenta la canzone 24mila baci. Il brano arriva secondo ma resta primo in classifica per cinque settimane. Per poter salire sul palco dell'Ariston, Celentano usufruisce di una speciale dispensa firmata dall'allora ministro della Difesa Giulio Andreotti perché sta facendo il servizio militare.

Niente bugie meravigliose
frasi d'amore appassionate
ma solo baci che do a te. Ye
ye. ye. ye. ye. ye. ye
Con 24 mila baci
cosi' frenetico è l'amore

Ormai un cantante di successo, Celentano spinge per diventare indipendente e nel 1961 fonda Il Clan, una casa discografica per sé e per nuovi artisti emergenti, ma anche una specie di comune a cui partecipano parenti, amici vecchi e nuovi: una specie di Rat Pack all'italiana.

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Chi non lavora non fa l'amore: gli anni Settanta e il matrimonio con Claudia Mori

Alle 3 di notte del 15 luglio 1964 Adriano Celentano sposa in gran segreto Claudia Mori, nella chiesa di San Francesco a Grosseto. Si sono conosciuti due anni prima, sul set amalfitano del film "Uno strano tipo". Per lei Adriano lascia la storica fidanzata Milena Cantù.

Dalla loro unione nascono tre figli: Rosita, Giacomo e Rosalinda. Ai primi degli anni Ottanta la coppia conosce un periodo di crisi, si separano e c'è chi parla di divorzio. Ma dura poco: "la coppia più bella del mondo" non si può rompere. 

"Chi non lavora non fa l'amore!"
Dammi l'aumento signor padrone
così vedrai che in casa tua
e in ogni casa entra l'amore.

Il loro sodalizio è anche artistico. Lui la dirige nel suo primo film da regista "Super rapina a Milano", insieme duettano in canzoni di successso e nel 1970 vincono insieme il Festival di Sanremo con Chi non lavora non fa l'amore. 

"Appassionate, bizzarre, incoscienti, folli, comiche, commoventi, dolorose": queste sono state le vite di Adriano e Claudia, come ha scritto lei nel libro "Due guerrieri innamorati", uscito proprio per celebrare i cinquant'anni di matrimonio nel 2014. 

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Svalutation: da cantante a predicatore, tra musica e cinema

Celentano sveste presto i panni dell'urlatore e le sue canzoni si fanno sempre più "politiche". Canta l'amore, ma non solo. Già con Chi non lavora non fa l'amore la vena nazional populista di Celentano esce fuori. La canzone piace al pubblico e vende, sì, ma riceve critiche un po' dovunque. Da cantante, Celentano si fa predicatore. Il disco I mali del secolo affronta un po' di tutto con una serie di brani "impegnati": droga, crisi dei rapporti famigliari, speculazione edilizia, inquinamento, religione. Nel 1976 esce Svalutation. La canzone che dà il titolo all'album è un rock scatenato e dalla ritmica incessante, che tra un luogo comune e un inglese inventato (ma meno della precedente Prisencolinensinainciusol, nonsense cantanto tutto in un grammelot inglese che passa per essere uno dei primi rap della storia) racconta l'Italia di quegli anni, tra crisi economica e culturale. 

Eh la benzina ogni giorno costa sempre di più 
e la lira cede e precipita giù 
svalutation, svalutation. 
Cambiando i governi niente cambia lassù 
c'è un buco nello Stato dove i soldi van giù 
svalutation, svalutation. 
Io amore mio non capisco perché 
cerco per le ferie un posto al mare e non c'è 
svalutation, svalutation. 

Al cinema, finita la stagione dei musicarelli, Celentano continua a lavorare. Nel 1974, in pieno delirio di onnipotenza, scrive, interpreta, dirige e produce "Yuppi Du": in questa specie di favola surreale, condita di canzoni e balletti, sul valore della felicità e del denaro, al suo fianco c'è ancora una volta la moglie Claudia Mori. Il pubblico gradisce e apprezza anche gli altri film di Celentano usciti nel decennio, quasi tutte commedie. 

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La pubblica ottusità: gli anni 80, il declino, la tv

Negli anni Ottanta la carriera musicale di Celentano subisce una battuta d'arresto: in quegli anni è più che altro un volto televisivo. Nel 1987 la Rai lo chiama a condurre Fantastico 8. Il suo show è fatto di lunghe pause esasperanti, discorsi senza né capo né coda, prese di posizione destinate a scatenare il putiferio il giorno dopo la messa in onda, anche se gli ascolti lo premiano senza riserbo. Durante la campanga elettorale per il referendum sulla caccia, invita gli elettori a scrivere sulla scheda: "La caccia è contro l'amore" (ma sulla lavagna dove scrive l'appello non mette l'accento sul verbo essere). Giorgio Bocca lo bolla: "un cretino di talento". 

E anche se l'aids non ci colpirà,
La nostra splendida storia d'amor
Soffocherà senza accorgersi
Nell'infezione della "Pubblica Ottusità"
Che con il suo "smerdare"
Ha oscurato anche i raggi del sole

Al cinema il suo successo è altalentante: per un "Segni particolari: bellissimo" che fa flop, c'è un "Lui è peggio di me" che si rivela un successo commerciale. Ritenta la strada della regia e dell'opera d'arte "totale" con "Joan Lui - Ma un giorno nel paese arrivo io di lunedì": costa 20 miliardi di lire e si rivela un completo fallimento. 

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Acqua e sale: gli anni Novanta e la rinascita

Gli anni Novanta è ancora una volta impegnato molto in tv (lo show "Svalutation" è uno dei programmi più visti della stagione su Rai2) e nel 1992 esce "Jackpot", pellicola fantascientifica su temi ecologisti che fu un insuccesso di pubblico e critica. 

Nel 1994 parte per un lungo tour in Italia e in Europa e nel 1997 si esibisce davanti a papa Giovanni Paolo II. 

Acqua e sale
Mi fai bere
Con un colpo mi trattieni il bicchiere
Ma fai male
Puoi godere se mi vedi in un angolo ore e ore
Ore piene come un lago
Che se piove un po' di meno e uno stagno
Vorrei dire
Non conviene
Sono io a pagare amore tutte le pene

Ma nel 1998 dai negozi di dischi fa capolino la copertina di "Mina Celentano" con i due disegnati come paperi. Amici da sempre, fin da quando tenevano alto il nome degli urlatori , la Tigre di Cremona e il Molleggiato danno vita a una serie di duetti stupendi, che spopolano in radio. Celentano è tornato e per lui si apre una nuova stagione di successi. 

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Io sono un uomo libero: il ritorno in tv

Con il nuovo Millennio Celentano torna in tv da protagonista con lo show Francamente me ne infischio, in prima serata su Rai1. Tra gli ospiti, oltre agli amici di sempre come Teo Teocoli e Gianni Morandi, ci sono anche Tom Jones, Joe Cocker, David Bowie, Compay Segungo. Tra una canzone e uno sketch, Celentano continua a parlare di tematiche di attualità. La formula si ripete l'anno successivo con "125 milioni di cazz..te" e poi nel 2005 con "Rockpolitik", seguito nel 2008 da "La situazione di mia sorella non è buona".

Musicalmente, dopo l'album "Io non so parlare d'amore", che aveva chiuso trionfalmente la stagione degli anni Novanta, Celentano pubblica "Esco di rado e parlo ancora meno" che vende 1.800.000 copie e contiene il brano Io sono un uomo libero, scritto per lui da Ivano Fossati. 

Io sono un uomo libero 
né destra né sinistra
sogno ancora credendo di pensare 
sogno ancora coi gomiti affacciato alla finestra 
affacciato alla finestra

Celentano sembra aver ritrovato la vena e per tutti i primi anni Duemila pubblica un disco dopo l'altro. Nel 2008, per festeggiare il centenario dell'Inter - la sua squadra del cuore - entra al Meazza con la chitarra in mano e canta Il ragazzo della via Gluck. Insieme al presidente Massimo Moratti intona le ultime strofe di Ora sei rimasta sola. L'inaspettato live del Molleggiato è un trionfo.

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Ti fai del male: Sanremo, la religione e la politica

Tra un nuovo disco e l'altro, Celentano è sempre più una figura divisoria. C'è chi lo ama e chi lo odia, non tanto come cantante quanto proprio come "predicatore". La sua apparizione in qualità di ospite al Festival di Sanremo nel 2012 è emblematica. All'Ariston parla di religione e politica: attacca Famiglia Cristiana e Avvenire, contesta l'Unione Europea e insulta il critico tv del Corriere Aldro Grasso. 

Lasciatosi alle spalle le polemiche, Celentano torna dal vivo dopo 18 anni all'Arena di Verona con due concerti nell'ottobre 2012: "Rock Economy" è un evento, trasmesso in diretta su Canale 5 (lo show era stato inizialmente proposto alla Rai, ma viale Mazzini aveva declinato: troppo costoso). 

E' un Adriano Celentano sempre più politico quello che si avvicina al MoVimento 5stelle per sostenere l'amico Beppe Grillo in vista delle politiche del 2013. Con l'occasione pubblica l'inedito Ti fai del male: un lungo appello (dura sei minuti) ai cittadini a tornare alle urne per esprimere il proprio voto, nel quale Celentano se la prende nuovamente con i politici e conclude con un palese riferimento al MoVimento di Grillo:

C'è un'onda nuova che è partita dal niente
E come una valanga
Sta avanzando come un ciclone
Per abbattere il marcio della nazione
se non voti ti fai del male

Ma Celentano non si ferma. Continua a sfornare dischi e collaborazioni illustri. Una classifica pubblica nel novembre del 2014 su Il Fatto Quotidiano lo vede in testa con 150 milioni di dischi in 57 anni di carriera: è l'artista italiano che ha venduto di più.  A 18 anni di distanza da Mina Celentano, i due tornano con una ben collaborazioni: Le migliori nel 2016 e Tutte le migliori, l'anno successivo. Nel frattempo, Celentano trova anche il tempo di dare il suo "parere-Rock" alla cattiva traduzione del Padre Nostro, discettando persino sul Vangelo. 


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