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La 23enne che si trasferisce per amore sull'isola più remota del mondo: "Si sta benissimo"

La giovane prima viveva in Inghilterra, ora è sposata con due figli e dice di stare molto meglio qui: "Lontani dal caos delle città, qui si arriva con un viaggio di 7 giorni in barca".

Kelly Green - Credits TikTok@kellygreen50

Spostarsi dall'Inghilterra all'isola più remota al mondo è stato sicuramente un passo importante per una ragazza di appena 23 anni: eppure Kelly Green dice di stare benissimo così e di aver trovato proprio quello che cercava in un luogo con appena 138 abitanti, un negozio, un pub, una scuola e nient'altro.

L'isola di origine vulcanica, Tristan da Cunha, parte del Regno Unito, si trova a più di 1500 miglia dalla costa del Sud Africa e la Kelly si è trasferita in questo luogo remoto del sud dell'Atlantico nel 2013 (adesso ha 32 anni).

Solo 138 abitanti, dicevamo, per appena sette famiglie, su quest'isola accessibile solo da Città del Capo, con un viaggio che può durare da 7 a 15 giorni a seconda del meteo.

Kelly era andata sull'isola nel 2010 - dopo un viaggio a dir poco della speranza - per andare a trovare i genitori che già avevano deciso di trasferirsi in precedenza. E proprio lì, sull'isola più remota di tutte, ha conosciuto il suo futuro marito, Shane Green, un carpentiere dell'isola. Nel 2013 la decisione di sposarsi e trasferirsi lì in maniera permanente: adesso Kelly, che lavora nel settore del turismo, ha due bimbi con Shane, Savannah di otto anni e Seren di 16 mesi.

Ma come si vive sull'isola più remota del mondo? Per Kelly, molto meglio rispetto al "caos trafelato delle città del Regno Unito" dove tutti vanno di fretta e nessuno ha mai tempo per riscoprire la socialità. Sull'isola sicuramente il ritmo è più lento e ci si basa molto sui rapporti di vicinato: insomma tutti si conoscono e sono pronti a darsi una mano. La principale fonte di economia è rappresentata dalla pesca specialmente di aragosta.

"C'è solo una centrale di polizia - ha spiegato Kelly al Mirror - e non ho mai avuto bisogno di chiamare. Per arrivare qui bisogna volare fino a Città del Capo e poi prendere una barca che può impiegare dai 7 ai 15 giorni per fare 1.500 miglia, dipende dal meteo. L'unico problema è che le case, costruite in legno, vanno a fuoco facilmente e qualche settimana fa quella di un mio amico è stata divorata dalle fiamme a causa di un corto circuito. Per fortuna è riuscito a salvarsi, e ora tutti gli abitanti dell'isola lo stanno aiutando a costruire una nuova casa".

Per le emergenze, c'è un gong metallico che suona ripetutamente per avvertire i residenti.

La vita quotidiana trascorre lenta e pacifica e dopo il lavoro la giovane donna torna a casa e prepara la cena per tutta la famiglia, spesso a base di pesce fresco e verdure: "Mi manca molto uscire a cena fuori, qui non ci sono ristoranti o take away, c'è solo un negozio molto piccolo. I trasporti sono molto costosi, ma ci sono alcune cose di cui non posso fare a meno, come la maionese Hellman's che ordino periodicamente". Le consegne, a proposito, avvengono solo 9 volte l'anno via nave. Dunque, Kelly ha imparato a fare da sola molte cose come ad esempio il sushi, per non sentire più nostalgia del ristorante.

C'è comunque un pub, ma ovviamente è piccolo e avere una manciata di persone che bevono fino a tardi è già considerata una serata da non dimenticare: "Un pomeriggio in cui era particolarmente affollato c'erano dentro cinque persone" continua Kelly. Gli eventi più importanti dell'anno sono i compleanni dei cittadini: chiunque compia gli anni in genere organizza una festa aperta a tutti, e gli ospiti portano cibo e bibite. Tra gli altri avvenimenti, il "giorno dei topi" in cui vengono sguinzagliati i cani per dare la caccia ai topi che - si pensa - arrivino sull'isola con le navi, e il Capodanno in cui gli uomini indossano maschere spaventose e vanno in giro sui trattori per le strade del villaggio.

E quando i figli di Kelly saranno grandi? "Dovranno scegliere - dice - se andare a scuola a Città del Capo oppure in Inghilterra. Certo, l'età media della popolazione qui è elevata e vorremmo riempire l'isola di giovani ma capisco che per loro possa essere noioso". In ogni caso, "è un posto spettacolare in cui far crescere una famiglia, amo l'Inghilterra ma non potrei più pensare di andarmene da qui".

A quanto pare, essendo una comunità piccola e con pochi contatti con l'esterno, il covid non è mai stato un grande problema sull'isola, e gli abitanti stanno aspettando il ritorno alla normalità per accogliere di nuovo i turisti da fuori.


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